carlo, Author at Controlli non Distruttivi e Saldatura https://www.controllinondistruttivi.org/author/carlo/ Corsi Controlli Non Distruttivi e Saldatura - Consulenza ISO 3834 Sun, 11 Mar 2018 16:09:45 +0000 it-IT hourly 1 La condensa si forma in presenza di ponti termici. https://www.controllinondistruttivi.org/problemi-la-condensa-si-forma-in-presenza-di-ponti-termici/ Mon, 26 Apr 2010 15:13:41 +0000 http://www.controllinondistruttivi.org/?p=383 Termografia anti-muffa Durante la stagione invernale può accadere, di scoprire agli angoli dei muri o dietro gli armadi, formazioni di muffe che oltre che, a essere antiestetiche ed emanare cattivi odori, possono anche causare attacchi d’asma e allergie in particolare ai più piccoli. Le muffe, per proliferare, necessitano di condizioni ambientali specifiche: la presenza di…

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Termografia anti-muffa


Durante la stagione invernale può accadere, di scoprire agli angoli dei muri o dietro gli armadi, formazioni di muffe che oltre che, a essere antiestetiche ed emanare cattivi odori, possono anche causare attacchi d’asma e allergie in particolare ai più piccoli. Le muffe, per proliferare, necessitano di condizioni ambientali specifiche: la presenza di umidità sulla superficie di colonizzazione, un substrato organico costituito da zuccheri, amidi o cellulosa, questi sono a volte contenuti nelle pitture che vengono impiegate negli interni.

Altre condizioni necessarie sono la presenza di una sufficiente quantità di acqua e una temperatura relativamente mite.

Tra queste cause quella più importante è la presenza di umidità; fatti salvi i fenomeni di infiltrazioni di acqua, il fenomeno più significativo è quello legato alle condense dovute alla presenza di abbassamenti di temperatura sulla superficie interna dei locali e dalla presenza di una elevata umidità relativa.

Queste condizioni si possono facilmente creare all’interno di abitazioni non correttamente progettate/costruite o nelle quali siano state introdotte delle modifiche, come ad esempio la sostituzione delle finestre senza preoccuparsi di verificare la situazione globale dell’immobile. Una parte di responsabilità può ricadere anche nella cattiva conduzione dell’immobile da parte di chi vi soggiorna se non procede con un’adeguata ventilazione in particolar modo se produce forti carichi di umidità all’interno dei locali (cucina, forte presenza di piante o animali, bagni frequenti ecc…).

L’attuale normativa prevede che con una temperatura interna dell’aria di+20° e un’umidità relativa del 65% non si debbano formare condense superficiali sulle pareti interne.

Occorre sottolineare che se correttamente isolato e con tutti i ponti termici eliminati un immobile assai difficilmente potrà presentare delle condense interne.

Alcuni casi. Può accadere che in vecchi edifici che mai hanno presentato problemi di muffe, a seguito del cambio dei vecchi serramenti che avevano molti “spifferi” con moderni serramenti con una tenuta all’aria più efficiente, compaiano delle muffe. Questo avviene perché il nuovo serramento, più efficiente termicamente, limita le dispersioni per ventilazione non controllate. Di conseguenza il vapore acqueo contenuto nell’aria dell’ambiente non potendo uscire liberamente finisce con il condensare sulle superfici fredde (dovute ai ponti termici presenti quasi sempre nei vecchi immobili,) creando il miglior terreno di coltura per la crescita delle muffe.

Ciò non significa che non sia corretto intervenire sui serramenti; la cosa migliore sarebbe riqualificare energeticamente anche le murature mediante l’isolamento, sempre meglio dall’esterno, ponendo attenzione all’eliminazione dei ponti termici presenti.

Se non è possibile intervenire isolando le pareti esternamente ma solo internamente si dovrà prestare attenzione ai materiali, favorendo quelli in grado di assorbire l’umidità nel tempo per poi rilasciarla lentamente nella stagione estiva. Nel caso nemmeno questo fosse possibile occorre ventilare più spesso, (che è comunque una buona abitudine al fine di ridurre gli inquinanti indoor) ma come? Tenere aperto 20 o 30 minuti le finestre al mattino non risolve i problemi, anzi, nel periodo invernale finisce col raffreddare ancora di più le murature interne e favorire il raggiungimento del punto di rugiada (quando l’acqua passa dallo stato gassoso del vapore acqueo allo stato liquido). Saranno preferibili brevi e ripetute aperture durante la giornata: indicativamente è buona norma aprire le finestre per 2/3 minuti almeno 5/6 volte al giorno per smaltire il vapore in eccesso, senza raffreddare troppo i locali.

Si può intervenire anche applicando fungicidi e biocidi appositi e tinteggiare mediante pitture con un ph che esca al di fuori del range di sopravvivenza delle muffe (pH 3-10), come ad esempio pitture a base di calce, fortemente basiche.

Sempre in edifici non correttamente isolati, spesso le muffe proliferano dietro agli armadi. Il fenomeno è acuito dalla mancata possibilità da parte dell’impianto di riscaldamento di riuscire a riscaldare la parete la quale rimane molto più fredda, determinando la condensa e quindi l’insorgenza di muffe. Una soluzione parzialmente mitigatrice può essere quella di tenere l’armadio separato dalla parete per una decina di centimetri, cosa certamente non risolutiva e a volte non praticabile facilmente nei piccoli appartamenti moderni. È certo che una corretta coibentazione dell’edificio avrebbe scongiurato a monte un simile disagio.

In taluni casi si sono riscontrate muffe estese alla quasi totalità degli appartamenti di alcuni immobili, in questo caso si è operato mediante un’analisi in loco durante il periodo invernale, avvalendosi di strumentazione termografica per rilevare le temperature superficiali interne delle zone interessate dalle muffe. È anche stata misurata l’umidità relativa nel momento dell’ispezione oltre che durante più giornate in modo da individuare se le abitudini di vita del conduttore andassero al di fuori della normale attività domestica.

Quasi sempre, purtroppo anche in immobili costruiti di recente, la causa era ascrivibile a errori in fase di progettazione o di esecuzione dell’edificio: i problemi più rilevanti erano in corrispondenza della presenza delle strutture in cemento armato, ma anche nei serramenti, posati malamente o con soglie di pietra non interrotte tra interno ed esterno e non isolate.

Sulla scorta di questi dati strumentali e di rilievo vengono eseguite contestazioni che a volte sfociano in cause legali in quanto spesso sono state omesse delle operazioni prescritte nelle normative.

Propagazione di muffa e rilevazione termografica. L’impiego della termografia permette di evidenziare la correlazione tra la presenza della muffa e della temperatura superficiale interna della stessa, ma consente anche di individuare zone dove in futuro potrebbero farsi presenti colonie fungine. Si pensi alla possibilità di determinare le temperature in un’immobile che precedentemente infestato da muffe sia stato ridipinto appositamente in funzione della vendita. (Ovviamente l’indagine si può effettuare solo in inverno).

Muffa derivante da: Infiltrazione Ponte termico Insufficiente ventilazione Isolamento insufficiente
Rimedio provvisorio nessuno Maggiore ventilazione, deumidificare, usare prodotti specifici e pitture ad alta basicità Maggiore ventilazione, deumidificare, usare prodotti specifici e pitture ad alta basicità. Maggiore ventilazione, deumidificare, usare prodotti specifici e pitture ad alta basicità.
Soluzione definitiva Bloccare l’infiltrazione Isolamento del ponte termico Migliorare la ventilazione anche mediante sistemi di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore Isolamento corretto dell’immobile ed eliminazione dei ponti termici.

Fonte:

Il Sole 24 Ore del 17/04/2010

muffa umidità muri muffa umidità muri immagine termografica


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Grazie agli incentivi del 55% conviene abbinare l’isolamento termico alla tinteggiatura della facciata https://www.controllinondistruttivi.org/grazie-agli-incentivi-del-55-conviene-abbinare-lisolamento-termico-alla-tinteggiatura-della-facciata/ https://www.controllinondistruttivi.org/grazie-agli-incentivi-del-55-conviene-abbinare-lisolamento-termico-alla-tinteggiatura-della-facciata/#comments Mon, 05 Apr 2010 22:00:41 +0000 http://www.controllinondistruttivi.org/?p=339 di Enrico Bronzo Avvertito sempre più come uno dei maggiori problemi del mondo contemporaneo, il risparmio energetico è al centro di un sentito dibattito nell’opinione pubblica. Circa il 40% dei consumi energetici è dovuto al riscaldamento degli edifici. Per risparmiare energia destinata al riscaldamento (la spesa per il raffrescamento estivo è stato esclusa dal calcolo…

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di Enrico Bronzo

Avvertito sempre più come uno dei maggiori problemi del mondo contemporaneo, il risparmio energetico è al centro di un sentito dibattito nell’opinione pubblica.

Circa il 40% dei consumi energetici è dovuto al riscaldamento degli edifici. Per risparmiare energia destinata al riscaldamento (la spesa per il raffrescamento estivo è stato esclusa dal calcolo perché non tutti gli appartamenti sono equipaggiati in merito), ci sono interventi come il rivestimento della facciata con un cappotto termico che risulta conveniente per i proprietari che devono tinteggiare la facciata (si veda la tabella). Con un risultato estetico identico tra le due soluzioni.

Per capire la portata della questione a livello nazionale, visto che una facciata di un edificio necessita ogni 30-40 anni di una tinteggiatura, in Italia ci sono 5,1 milioni di abitazioni costruite tra il 1972 al 1981. Di cui oltre un terzo fa parte di edifici con più di 90 appartamenti .

Il miracolo della tinteggiatura gratis – e di un guadagno aggiuntivo – è possibile grazie all’agevolazione del 55% prevista per gli interventi legati al recupero energetico

I calcoli. Ecco la sintesi dei calcoli effettuati da Carlo Di Pillo e Giuliano Zusi di Ecospazi, consulenti di Lineaecoklima. È stato preso in considerazione un immobile di quattro piani del 1980 con quattro appartamenti per piano con una superficie media di 96 mq e un consumo di 170 KWh/mq anno (classe energetica G calcolata secondo la direttiva nazionale), pari a 17 metri cubi di metano; il costo complessivo annuo per il riscaldamento ammonta a 22.195 euro l’anno.

Il costo dell’intonacatura con rasante fibrato al fine di riparare fessure e distacchi, ottenuto moltiplicando i 18 euro al mq per l’intonacatura ai 1.240 mq di superficie esterna dell’edificio, comprensivo di ponteggio, spese tecniche, oneri e tinteggiatura, è di 45.920 euro.

Questa cifra va raffrontata con i 86.660 euro del costo di ponteggio, coibentazione – 44 euro al mq finita, rasata e colorata -, progettazione e oneri, a cui però vanno scalati ogni anno 8.486 euro di risparmio energetico in virtù del passaggio del fabbisogno energetico dell’immobile da 175 a 105 Kwh/mq anno (classe energetica E). Per cui sui 30 anni in cui è stato preso in considerazione l’investimento alla fine c’è un risparmio di 116mila euro, pari a 395 euro a famiglia all’anno.

La convenienza è ancora è più alta – 423 euro per appartamento all’anno – se sfruttando il ponteggio esistente si interviene anche cambiando i serramenti che consentono di scendere alla classe energetica “D” (75 kwh/mq anno). Il costo dell’intervento è di 189mila euro.

Infine, intervenendo anche sul tetto il costo complessivo sale a 227.260 euro ma il fabbisogno energetico scende ancora – a 70 kwh/mq (classe “C”)- e il risparmio a famiglia annuo supera i 400 euro (409). Va anche ricordato che l’appetibilità sul mercato di un immobile riqualificato aumenta decisamente.

Il cappotto. “I sistemi di isolamento termico – spiega Di Pillo – sono sistemi di coibentazione di facciate basati su elementi isolanti – sughero ed eps (polistirolo) solo per citarne alcuni – che vengono applicati sulla parete esterna mediante incollaggio e fissaggio meccanico con tasselli. Il materiale isolante viene poi rivestito con più strati di rasatura”. Il cappotto “certificato” permette di migliorare il risparmio energetico per il riscaldamento degli edifici insieme ad un abbassamento delle emissioni nocive. Si può anche pensare a una parete ventilata di 2-4 cm come un rivestimento esterno -, intervento più costoso che consente rifiniture più pregiate.

In condominio. La maggioranza necessaria in condominio per approvare un intervento volto al contenimento del consumo energetico è quella semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea (legge 99/2009). Per essere valida un’assemblea in seconda convocazione è necessaria la presenza (deleghe comprese) di un terzo dei condomini che possiedano un terzo dei millesimi. Quindi anche con 168 quote su mille (la metà più uno dei 334 presenti necessari per la validità dell’assemblea) è possibile approvare l’intervento. Chi ha redditi sotto una certa soglia non beneficia dell’agevolazione del 55% ma grossomodo riesce a compensare la spesa con il risparmio energetico.

Il Sole 24 Ore del 27 marzo 2010

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Andare oltre la certificazione https://www.controllinondistruttivi.org/andare-oltre-la-certificazione/ Mon, 08 Mar 2010 10:26:59 +0000 http://www.controllinondistruttivi.org/?p=320 “Da sei anni mi occupo di risparmio energetico nel settore residenziale, un comparto letteralmente esploso negli ultimi sei mesi”. Giuseppe Mosconi è coordinatore di Lineaecoklima, network con sede alle porte di Verona composto da una ventina di professionisti distribuiti in tutta Italia e figli di casaclima, l’agenzia altoatesina che certifica il fabbisogno energetico per il…

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“Da sei anni mi occupo di risparmio energetico nel settore residenziale, un comparto letteralmente esploso negli ultimi sei mesi”. Giuseppe Mosconi è coordinatore di Lineaecoklima, network con sede alle porte di Verona composto da una ventina di professionisti distribuiti in tutta Italia e figli di casaclima, l’agenzia altoatesina che certifica il fabbisogno energetico per il riscaldamento delle abitazioni, in maniera obbligatoria nelle nuove costruzioni in Provincia di Bolzano, volontaria altrove (dove intervengono in maniera obbligatoria altri soggetti). nella facciata delle abitazioni virtuose casaclima affigge una targa con la scritta classe B (per consumi sotto i 50kwh/mq/anno), classe A (sotto i 30) o classe Gold (sotto i 10). Corrispondenti a una spesa energetica per riscaldamento inferiore rispettivamente a 500, 300 e 150 euro l’anno (per un immobile tipo da 100mq) contro i 1700 euro di consumo dell’abitazione media che stazione in classe G (170kwh/mq/anno). Un bel risparmio anche tenendo conto che chi compra un abitazione nuova “bio” investe in media solo un 4% (fonte ecospazi) in più per la consulenza rispetto al mercato tradizionale, per avere una casa almeno in classe B. Nel momento in cui dovesse intervenire sul costruito diventa invece interessante la detrazione fiscale del 55%. A differenza di altre certificazioni presenti sul territorio nazionale, dove il controllo è demandato alla volontà del certificatore, alcuni enti di certificazione hanno sviluppato protocolli con procedure di verifica in cantiere, come casaclima o il protocollo Ecodomus della provincia di Vicenza. In quello altoatesino, oltre ai sopralluoghi previsti in cantiere è obbligatorio da quest’anno il blower door test (misura l’ermeticità di un edificio con la differenza di pressione), insieme a un aggiornamento fotografico in base allo stato di avanzamento dei lavori ogni 15 giorni.” Mi è capitato -spiega Carlo Di Pillo, architetto certificatore Casaclima- di segnalare a Bolzano lavori eseguiti in difformità dal protocollo di posa.la risposta è stata inderogabileovvero di rimuovere l’elemento isolante (il cappotto della facciata,ndr) riposizionandolo come previsto dai sistemi di posa prescritti”. Pur essendi affidabile ciascuna normativa regionale, affidarsi a un consulente Casaclima – o di realtà analoghe- in fase di progettazione e/o di esecuzione vuol dire maggiore accuratezza nei lavori, dovuti anche a protocolli più stringenti, a fonte di una spesa di circa 1.500 euro per unità abitativa ( riferito a una tipologia condominiale). Qui il cantiere viene seguito con assistenza alla direzione lavori e con incontri tecnico formativi per le maestranze. Le provincie di Firenze e di Udine ne sono convinte tanto da essersi convenzionate con Casaclima per la certificazione e la formazione. L’agenzia conta 163 certificatori e oltre 400 consulenti in grado di applicare alla progettazione architettonica /urbanistica le teorie ecosostenibili : ovviamente per lo stesso immobile si può ricoprire solo uno dei due ruoli. La punta di diamante di questo movimento verde, che costituisce un’ eccellenza italiana con ampi collegamenti a livello europeo, è il master biennale di secondo livello Casaclima in progettazione ambientale ed energetica, giunto alla quinta edizione presso la Libera università di Bolzano e che vede la partecipazione di docenti e studenti da tutta Europa. La direttrice Cristina Benedetti, dopo aver insegnato alla Sapienza di Roma, è stata posta a capo di questi “crociati” della qualità della vita. Il master ha già formato 80 specialisti tra archietetti, ingegneri, geometri e liberi professionisti, in grado di rivedere i metodi di lavoro convenzionali avendo acquisito le competenze necessarie su tecniche di progettazione, prodotti specifici e metodologie d’intervento , grazie anche a sinergie ottenute con l’interazionedi diverse competenze e andando anche oltre il protocollo Casaclima ma approfondendo materie quali ad esempio la bioclimatica, l’elettromagnetismo e il verde pensile.

Enrico Bronzo

Fonte Il Sole 24 Ore

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