Piuttosto difficile in effetti orientarsi, specie per i neofiti (es. I livello UNIEN473/ISO9712), in mezzo alle molte offerte dei Costruttori. Queste non sono solo risposta a leggi di mercato, ma presentano parecchie soluzioni tecniche avanzate, come la tecnica termografica assicura agli utenti specie negli ultimi anni; e le novità non sono assolutamente finite (vedi sviluppi futuri verso le microtermocamere capaci di inserirsi magari in fori di sondaggio diagnostico).

E’ bene definire alcune caratteristiche alle quali è difficile rinunciare e sottolineiamo subito che l’eventuale rinuncia è dovuta, in certi casi, all’eccessivo prezzo di tali termocamere.

Il rapporto qualità/prezzo, problema comune a molte strumentazioni indipendentemente dalla tecnica alla quale ci si riferisce.

Certamente la risoluzione termica: e qui tante volte riscontriamo commenti nei siti dei distributori che indicano 0.10 °C di risoluzione, come valore di alta risoluzione. Non è sbagliato tale parametro, quanto il relativo commento. Indipendentemente dall’applicazione, un valore qualitativo in tal senso è comunque sempre da ricercare/preferire: e valutiamo efficace almeno 0.08-0-07 °C, considerando che le termocamere di fascia alta di prezzo arrivano oggi a valori di 0.04 °C (anche se con interpolazione dei punti della griglia di misura).

Poi il numero di pixel che caratterizza la griglia di misura (risoluzione geometrica):160X160 pixels; 200X150;180X180;320X240;384X288;640X480; lasciando stare no. di pixels maggiori che trattando termocamere particolari e/o industriali si pongono in una fascia di prezzo che sicuramente non è alla portata della maggior parte degli operatori. O che non servono alla maggioranza dei servizi che il professionista, anche accorto e certificato, è in grado di proporre ai Committenti. I semplici prodotti del no. di pixels, indicati, dimostrano ad es. che una termocamera da 640X480 è caratterizzata da una definizione nel termogramma, che è 4 volte maggiore di una che ha 320X240 pixels. E questa caratteristica, discriminante al momento dell’acquisto, determina la logica qualità del termogramma nella definizione dell’immagine.

Il suggerimento è quello di non scendere al di sotto dei 320X240 pixels, inserendoci quindi in una fascia di lavoro che è contraddistinta da buona qualità e da prezzi anche abbordabili (es. fino a 10.000 Euro), considerando che anche in questo caso e per la risoluzione geometrica indicata esistono modelli anche molto più costosi; e tale fatto è dovuto anche proprio a quella termica elevata, già detta.

Il campo di temperatura misurabile: lasciamo da parte un momento la possibilità dei filtri che equipaggiano la strumentazione e quindi spostano verso determinati valori di temperatura in funzione magari di applicazioni particolari. E consideriamo invece, a parte le applicazioni in dove temperature fino a 100-120 °C sono indicate, valori che in pratica ci mettono al “riparo”, garantendoci acquisizioni anche in campo industriale (escluso come detto altoforni, colate, fasi di stampaggio lamiere…..), quali verifica dei specie di BT/MT, alle centraline di distribuzione, trasformatori……….e tante altre.

Un campo di misura che arriva a 600-800 °C di base sembra più che buono e naturalmente se arriva a 1000 °C è ancor meglio.

Altre caratteristiche importanti: FOV, espresso in gradi angolari, rappresenta l’area che la termocamera vede in funzione della distanza. E allora parleremo delle ottiche, grandangolari e teleobiettivi e quindi della possibilità che il modello da acquistare ha di equipaggiarsi con tali accessori che sono importanti (es. termogramma da terra di una casa a più piani; messa in evidenza di particolari a distanza). IFOV, che è la capacità dell’ottica di vedere e quindi misurare la temperatura di un’area puntiforme all’interno di termogramma:è la porzione di campo che corrisponde ad ogni singolo pixel.

Altra caratteristica è la frequenza di acquisizione, cioè il numero di immagini che la termocamera è in grado di acquisire in un secondo:30-50-60 Hz sono valori adeguati. E non è detto che, perchè ci sono le applicazioni in edilizia, dove ovviamente i manufatti da indagare “sono fermi” che l’acquisto migliore sia una termocamera con 9 Hz di frequenza di refresch dell’immagine. Considerazioni direi accessorie sono la superficie del display (2.5-3.5-5 pollici e ci sono la possibilità di collegarne comunque uno più grande); le possibilità di sequenze audio e video; e tutte quelle altre caratteristiche degli sheet tecnici di corredo, ricordandoci sempre e comunque che lo sbaglio irreparabile che non possiamo commettere con la termocamera è la non messa a fuoco dell’immagine. Ma abbiamo superato l’esame di acuità visiva o no ???

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