In maniera coordinata all’interessante argomento sui tipi di umidità e sulle cause capite ed interpretate dai dati del rilievo termografico, può essere utile soffermarsi nel caso di quella per risalita capillare, a quelli che possono essere alcuni rimedi a tale situazione.

Comunque, la presenza di umidità, porta in ogni caso ad un degrado della muratura.

E se per risalita capillare, una certa quantità d’acqua viene assorbita dalla muratura a contatto con il terreno, considerando il successivo fenomeno di evaporazione/condensazione che amplifica il problema, definiremo proprio così tale tipo di umidità nel muro.

Quindi è causata dal contatto diretto e costante tra il terreno e la fondazione; e l’acqua si propaga nelle strutture in elevazione con percorso dal basso verso l’alto.

L’altezza massima di risalita capillare dipende dalle dimensioni dei pori del materiale con il quale è realizzata la muratura. Da osservazioni sperimentali in zone nelle quali è presente acqua nel sottosuolo è stato possibile evidenziare, mediamente, l’altezza di risalita capillare reale: nei muri di spina con altezza da 2-6 volte lo spessore del muro; nei muri perimetrali da 2 a circa 5 volte lo spessore del muro.

Perchè parliamo di degrado? Nel caso specifico la cristallizzazione dei sali, accompagnata da logico aumento di volume, spesso porta a situazioni di fessurazione e/o di distacco (vedi fenomeni di tensione nella malta come in altri materiali porosi; i distacchi invece sono solitamente più presenti quando sulla muratura sono applicati materiali particolarmente impermeabili all’interno dei quali, in conseguenza di quanto detto, si generano pressioni).

Poi ci possono essere subflorescenze o efflorescenze: ma in ogni caso quindi danneggiamenti anche gravi del rivestimento.

 

 

 

Il deposito dei sali si forma generalmente nella parte sommitale della zona umida.
Gli interventi possibili sono indirizzati quindi ad evitare sia la risalita capillare sia i concomitanti fenomeni di degrado che questa determina. E quindi i prodotti adatti, dovranno agire sia sul controllo dell’evaporazione, sia su quello della formazione dei sali con relativa cristallizzazione.
Impiego di malte (intonaci) da risanamento, possibile sia in esterno che interno, caratterizzate da porosità e permeabilità elevate non disgiunte però da capillarità ridotta.

 

Il deposito dei sali si forma generalmente nella parte sommitale della zona umida.Gli interventi possibili sono indirizzati quindi ad evitare sia la risalita capillare sia i concomitanti fenomeni di degrado che questa determina. E quindi i prodotti adatti, dovranno agire sia sul controllo dell’evaporazione, sia su quello della formazione dei sali con relativa cristallizzazione.Impiego di malte (intonaci) da risanamento, possibile sia in esterno che interno, caratterizzate da porosità e permeabilità elevate non disgiunte però da capillarità ridotta.

E quindi è certamente meglio, dato che l’umidità non è un discorso mai semplice, riferirsi a tutti quei prodotti che rispettano le Norme UNI sia per quanto concerne i parametri quali, resistenza meccanica della malta, basso assorbimento d’acqua e traspirabilità (permeabilità al vapore) sia la macroporosità. Quindi nella scelta dovremo considerare le caratteristiche prestazionali e le relative classificazioni della malta (es. oltre alla marcatura CE, la classe ad es. R del prodotto).

Dunque intonaci da risanamento sicuramente a base di calce che, oltre a garantire la traspirabilità della muratura, difficilmente permetteranno l’asciugatura della stessa ma contribuiranno certamente a mantenere sotto controllo l’umidità a livello costante, prevenendo la formazione dei sali.

Inoltre i prodotti migliori attualmente presenti sul mercato, in considerazione della tempistica dei cantieri edili, permettono di limitare le lavorazioni alle usalmente note operazioni, quali: rimozione completa dell’intonaco ammalorato (con decisa ed efficace spazzolatura), successivo accurato lavaggio con abbondante acqua pulita, applicazione del nuovo intonaco.